CINEMA TEATRO APOLLO
da VENERDI 04 GENNAIO |
orario spettacoli 18-21 |
Scheda Film | |||
Titolo |
Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato |
||
Nazione | USA, Nuova Zelanda 2012 | ||
Anno | 2012 | ||
Genere | Fantastico | ||
Durata | 164 min | ||
Regia | Un film di Peter Jackson. | ||
Sito ufficiale | |||
Cast | Con Ian McKellen, Martin Freeman, Richard Armitage, James Nesbitt, Ken Stott. | ||
Data di uscita | giovedì 13 dicembre 2012 | ||
Trama | Sessant’anni prima che Frodo desse inizio al suo viaggio verso Gran Burrone e oltre, suo zio Bilbo Baggins si godeva la calma della Contea e l’assenza di avventure (fastidiose scomode cose che fanno far tardi a cena) fino al giorno in cui Gandalf il Grigio non si presentò alla sua porta e lasciò su di essa un segno. Poco dopo, uno dopo l’altro 12 nani e il loro capo Thorin Scudodiquercia, prendevano possesso della casa dello hobbit Bilbo e della sua dispensa, per arruolarlo e partire con lui alla riconquista del vecchio regno dei nani, Erebor, da troppo tempo nelle grinfie del terribile drago Smaug. Non sarebbe corretto citare la Trilogia dell’Anello per introdurre l’adattamento del primo libro di narrativa di Tolkien, che la precede di parecchi anni nella realtà e ancora di più nella finzione, se non fosse che è Peter Jackson stesso a farlo, inscenando una breve cornice nella quale Elijah Wood compare come traghettatore e tramite tra le due esperienze cinematografiche. E qui occorre fare una premessa, che contiene un appello. Se nel Signore degli Anelli il materiale per una trilogia c’era tutto – tanto che persino il romanzo era stato diviso in tre volumi prima di riconquistare l’unità voluta dal suo autore – nel caso dello Hobbit non si può dire lo stesso. Più breve, leggero e non ancora carico di quell’epica e di quello straordinario lavoro sulla lingua e sul mondo che è la cifra della produzione a venire, Lo Hobbit, per soddisfare la misura scelta dei (prima due e poi) tre lungometraggi, ha richiesto un lavoro di sceneggiatura inedito, che, per i non filologi, non è di per sé una cattiva notizia (la parentesi bucolica con Radagast, per esempio, è “potteriana” ma affatto malvagia), peccato però che la cornice scricchioli e che questo primo film conti nel complesso un’unica sequenza realmente meritoria: l’incontro di Bilbo con Gollum. Qui c’è tutto quello che il film poteva essere e non è: il duetto tra due grandi attori, un dialogo finalmente brillante, la stretta dell’avventura e dell’ignoto, la necessità narrativa allo stato puro (con la comparsa dell’anello). Altrove, purtroppo, Jackson lotta invano per portare Lo Hobbit al regime di grandeur del Signore degli Anelli senza possedere gli strumenti di base per farlo, vale a dire un racconto altrettanto complesso e dei personaggi adatti. L’appello, allora, per non restare schiacciati dalla delusione, è quello di attendersi altro, di non cercare un prequel laddove non c’è e non ci dovrebbe essere, ma sfortunatamente il film non aiuta in questo senso e anzi confonde, tentando per esempio di calare a tratti la carta dell’umorismo su un tavolo troppo rigido e serioso per saperla accogliere. |