CINEMA SALA RAIMONDI

DA VENERDI 16 NOVEMBRE
ORARIO SPETTACOLI 16,00-19,00-22,00

Scheda Film
 
Titolo

Skyfall

Nazione USA 2012.
Anno 2012
Genere AZIONE
Durata 143′
Regia Un film di Sam Mendes.
Sito ufficiale
Cast  Con Daniel Craig, Judi Dench, Javier Bardem, Ralph Fiennes, Naomie Harris
Data di uscita 31 ottobre 2012.
Trama  In missione a Istanbul per conto della Regina, della Patria e di M, James Bond deve recuperare un file prezioso che contiene i nomi degli agenti infiltrati del MI6. Finito nelle mani di un killer professionista, Bond lo insegue cadendo sotto i colpi del fuoco amico. Precipitato e disperso dentro una cascata, Bond viene dichiarato morto e compianto in un formale necrologio. A redigerlo è M, che lo ha sacrificato senza riuscire a recuperare il maltolto. Pubblicate su internet le identità degli agenti operativi, M è chiamata a rispondere della questione e della sua gestione davanti al governo britannico che vorrebbe le sue dimissioni. Bond, intanto, sopravvissuto alla ‘caduta’ e alla inoperosità, è richiamato a Londra e al dovere da un attentato gravissimo alla sede del MI6. L’obiettivo è M, il criminale è Silva, un ex agente ‘venduto’ e torturato che ha coltivato la vendetta e adesso chiede il conto al suo ex direttore. Figli putativi della stessa M(adre), Bond e Silva si confronteranno a colpi di pistola, fino a esplodere o a implodere il loro passato.
Dopo essere caduto dal cielo e dopo essersi rialzato dal fondo, James Bond si accomoda davanti a un quadro di William Turner, esposto con orgoglio alla National Gallery, perché quel dipinto rappresenta “La Valorosa Témériere” rimorchiata lungo il Tamigi e destinata alla demolizione. Una combattente temeraria che ha vinto la tracotanza di Napoleone e adesso scivola adagio verso il tramonto. Il suo e quello dell’epoca che l’ha vista eroica. Nella fruizione museale di Bond c’è l’essenza, il senso e il valore di Skyfall, ventitreesimo film della serie diretto da Sam Mendes, che riazzera il personaggio fino a ‘ucciderlo’, rifondando l’archetipo e avviandone biografia e serialità autoriali. Se con Martin Campbell Bond ricominciava dal doppio zero, con Mendes riparte da zero e da una mestizia, una sensazione densa di pena, affetto e responsabilità, derivata dalla vulnerabilità di M, ‘madre’ ideale e onnipotente minacciata da un figliolo tutt’altro che prodigo. Il cattivo di Javier Bardem, doppio oscuro di Bond e nemesi filiale di M, è l’ennesimo megalomane della saga che pratica il delirio gettando l’ordine tranquillo del mondo nell’angoscia. Nella testa e dietro lo sguardo di Mendes, quel mondo e quell’angoscia si fanno assolutamente personali, convertendo il conflitto internazionale in un dramma ‘familiare’. Il corpo materno di M, fonte aspra di insegnamenti e conflitti per Bond, viene sconvolto da una minaccia abnorme e traumatica che occupa abusivamente la scena di un legame storico, professionale, emotivo, affettivo. La vita di M è letteralmente nelle mani dell’agente di Fleming, la cui incolumità pone a Bond il problema delle sue radici, della sua provenienza e dell’impossibilità che possano costituire un terreno solido, sicuro e al riparo dall’imprevedibilità della vita. È a questo punto che il regista inglese introduce un discorso sulla tradizione, sugli echi, sul ‘marchio’, che mentre celebra i cinquant’anni di vita cinematografica di Bond produce una separazione irreversibile col passato, mai riducibile per Mendes a meri citazionismo e collezionismo. Per questa ragione l’Aston Martin DB5 argentata e armata di Sean Connery, infila di nuovo la strada e l’avventura, trattenendo romanticamente l’aura dei Bond che furono, simbolizzando una discendenza con l’agente di Daniel Craig, dando corpo (e motore) a una memoria collettiva. Antropomorfizzata, l’Aston Martin partecipa al destino di Bond e di M contro un villain ossigenato e incapace di guarire. Si chiudono invece le cicatrici di Bond, che lascia andare e si libera perché altrimenti sarebbe impossibile continuare. Quietati lutti, ombre e fantasmi, James Bond emerge dalla staticità iconica e dall’immodificabilità del passato, smantellando le spoglie epiche dell’oggetto perduto e reintegrando, rinnovati, Q e Miss Moneypenny. Al Silva superbamente eccentrico e decentrato di Bardem, agente di un mondo che non c’è più e da cui dipende patologicamente, non resta che la nevrosi e l’irriconoscenza del debito simbolico con M, vecchia e valorosa ammiraglia destinata alla ‘rimozione’. La trasmissione, nel Bond di Mendes, si realizza sullo scarto, sul resto di corpo, di carne, sull’oggetto museale (quadro o automobile). Perché in quel residuo c’è ancora tantissima vita da accogliere e perseverare dentro un’altra segretissima missione. Dentro al corpo, ieri pesante, oggi bolla di leggerezza, di Daniel Craig.