CINEMA SALA RAIMONDI
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Scheda Film | ||||
Titolo |
La leggenda del cacciatore di vampiri |
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Nazione | - USA 2012 | |||
Anno | ||||
Genere | Horror, | |||
Durata | 120 MIN. | |||
Regia | Un film di Timur Bekmambetov | |||
Sito ufficiale | ||||
Cast | Con Mary Elizabeth Winstead, Dominic Cooper, Rufus Sewell, Alan Tudyk, Jimmi Simpson | |||
Data di uscita | 20.07.2012 | |||
Trama | Prima di diventare Presidente, prima di essere la bandiera della democrazia americana, il giovane Abraham Lincoln ha dovuto patire l’orrore di vedere la propria madre morire per opera di una creatura della notte. Deciso a trovare vendetta, il ragazzo ben presto si confronta con un mondo oscuro che si cela dietro la facciata: i vampiri sono ovunque, e per combatterli serve ben altra forza che la sola volontà di un individuo. Ecco che la battaglia senza quartiere contro le forze del male si lega imprescindibilmente con quella di una nazione per trovare la propria identità. Secondo film hollywoodiano del portento visivo russo Timur Bekmambetov, produzione eccellente di un’altra mente visionaria come Tim Burton, La leggenda del cacciatore di vampiri è una miscela di generi che ad un primo impatto potrebbe facilmente spiazzare. L’horror legato ai vampiri – che finalmente in un blockbuster tornano ad essere cattivi, zannuti e assassini -, l’action mirabolante delle scene di duello e, fattore più complicato da amalgamare agli altri, affresco storico che necessariamente contiene anche una certa dose di epica. Anche se non funziona alla perfezione sotto tutti i punti di vista, il film possiede un’energia e una capacità di fascinazione che francamente non ci saremmo aspettati. Bekmambetov aveva già dimostrato con il precedente, spettacolare Wanted di saper gestire i grandi budget hollywoodiani riproponendo comunque una sua personale idea di cinema d’azione. In questo nuovo prodotto conferma questa sua evidente qualità: La leggenda del cacciatore di vampiri funziona soprattutto nelle scene più spettacolari, nei duelli furiosi, in un’idea di rappresentazione che quando diventa iperbolica trova la sua forza. Anche se non siamo ai livelli di sfrontatezza di Wanted, anche in questo caso Bekmambetov riesce a imprimere il suo personal touch in un prodotto sicuramente più complicato da gestire a causa del personaggio protagonista, un pilastro della storia e della cultura statunitense. Sotto questo punto di vista la sceneggiatura adattata dallo stesso autore del bestseller Seth Grahame-Smith lo supporta con una scrittura spigliata e libera, o meglio non troppo soffocata dalla pregnanza di Lincoln. Quando però la lotta ai vampiri, dall’essere una vicenda personale, comincia a prendere un respiro più ampio, ecco che la battaglia tra bene e male viene raccontata attraverso degli artifici narrativi la cui rilevanza metaforica e se vogliamo “politica” diventa eccessivamente schematica. Lo stesso scrittore ha confessato di essere stato costretto per esigenze di trama a semplificare dei messaggi che nel libro erano molto più sfumati. Per quanto riguarda le interpretazioni dei personaggi principali, il cast d’attori senza eccellere in nessun ruolo si dimostra comunque affiatato e discretamente funzionale. Da notare la fortissima somiglianza del protagonista Benjamin Walker con Liam Neeson, con cui tra l’altro ha lavorato qualche anno fa in Kinsey. Rimane poi sempre un piacere gustare la raffinata gigioneria con cui il consumato Rufus Sewell riempie le sue figure di “villain”. Certamente La leggenda del cacciatore di vampiri non rappresenta una nuova e indispensabile pagina della storia del cinema horror. Anche chi si aspetta di trovare in questo prodotto l’idea di cinema del produttore Tim Burton potrebbe rimanere abbastanza deluso. Quello che però il film propone e riesce pienamente a regalare è intrattenimento leggero, scorrevole, ben costruito e realizzato con un tocco che, se avete ammirato la precedente filmografia di Timur Bekmambetov, è pienamente riconoscibile. Ultima annotazione riguardante il 3D, funzionale perché non invasivo rispetto all’estetica dell’opera ma neppure particolarmente indispensabile per apprezzare lo spettacolo. Curiosa l’ammissione dello stesso regista: “Il film è stato convertito in 3D durante la postproduzione. Diffidate di chi afferma che è meglio girare direttamente in 3D, mente…”. |